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Immagine del redattoreRachele Trezzi

Poesia pagana: il piccolo inverno

Aggiornamento: 12 nov

Siamo in inverno, è l’11 novembre e siamo in inverno. Oggi è San Martino e , nel calendario pagano, cioè dei contadini, come i miei nonni, era una data spartiacque. Il raccolto era finito e si rinnovavano i contratti per coltivare i terreni agricoli. I casi erano due, restare un altro anno, oppure traslocare, caricare i pochi oggetti che si possedevano sul carretto e migrare altrove, come gli uccelli.

Questo perché iniziava un periodo inattivo per la lavorazione della terra, un tempo, dopo il raccolto, di riposo. Sì, perché la natura ha bisogno di riposare, come noi. E come noi lo fa su cicli più brevi (notte/giorno) e più lunghi (stagionali). Nelle tradizioni pagane l’inizio di novembre segna un po’ dappertutto nell’emisfero boreale questo tempo di ritiro e riposo. La vita non si ferma, continua, ma segretamente, invisibile all’occhio.

Nel Feng Shui questa energia invernale è associata all’archetipo dell’Acqua, in particolare nel mese di novembre l’acqua yin, acqua “piccola”: i ruscelli, i fossi, gli stagni, la rugiada, la nebbia. Un’energia inesorabilmente delicata e che penetra ovunque, tenace. Un’energia che va in profondità, verso il basso, verso le radici, fuori e dentro di noi.

Questo per noi umani significa un piccolo letargo, un periodo in cui, se seguissimo ancora i ritmi della natura, dovremmo rallentare, chiudere il pc quando fa buio fuori e accogliere la nostra naturale produzione di melatonina connessa al calo della luce. In realtà, nelle nostre abitazioni, da più di un secolo, con l’invenzione della luce elettrica abbiamo del tutto perso questo allineamento con i ritmi stagionali. E con esso, il contatto con i nostri stessi ritmi.

Le nostre case raccontano di noi, sono grandi indicatori di come ci relazioniamo con le diverse energie. Ogni parte di casa ha delle corrispondenze, infatti, sia con le cinque energie del Feng Shui, sia con funzioni fisiologiche ed archetipiche. Se parliamo di acqua, ad esempio, cosa andremo a guardare dentro casa? In primis, la camera da letto. Che atmosfera percepiamo nella nostra camera? Quali colori, quante aperture (finestre, porte)? com’è fatto il nostro letto? Su cosa appoggia la testata? Come dormiamo? In una consulenza questi sono tutti aspetti che si valutano, per intervenire sul senso di sicurezza (che è quello che ci consente di chiudere gli occhi con fiducia), per lavorare sul bisogno di coltivare un buon riposo e quindi una maggiore spinta vitale.

Sì, perché, contrariamente a quanto ci siamo abituati a credere, il riposo è profondamente produttivo. Non direttamente, d’altronde, chi dorme non piglia pesci, no? Tuttavia, dormire e dormire bene è un condizione necessaria per essere produttivi quando possiamo esserlo, nelle ore di luce. L’invito è, anzitutto, ad interrogarci sul nostro personale rapporto con l’inverno e la sua saggezza. In seconda battuta, accettare l’eventuale pregiudizio e poco a poco imparare ad accogliere, culturalmente e individualmente, la necessità dell’inverno, del silenzio, del riposo, del sogno. Di questa magnifica tana in cui possiamo raccoglierci, sentirci, stare insieme, e preparare con pazienza i semi di ciò che ancora dovrà venire.




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